Mentre è stato pubblicato il volume “Oltre il turismo?” in cui è presente uno studio scritto da me e Angela Masi, di cui sono molto orgoglioso, su diversi giornali il dibattito sull’overtourism prosegue, con posizioni dicotomiche fra diversi accademici ma anche operatori del settore di primo piano. Oggi prendo spunto dal dibattito apparso su Repubbilca fra gli accademici napoletani Russo e Rossi: il primo ritiene che bisogna intraprendere la strada dell’uso dei maggiori introiti per finanziare opere di utilità pubblica, il secondo è scettico e ritiene il turismo causa di problemi ambientali rilevanti.
Da quando tutti mettono bocca sul turismo noto un bel po di confusione sull’ uso del termine overtourism. Oramai ogni foto dove c’è una strada intasata da pedoni si grida all’overoturism. Ma stiamo parlando di cose diverse.
Si va componendo il calendario dei miei impegni formativi autunnali in ambito turistico, che spero quest’anno sia molto ricco. Un fenomeno per tanti versi delicato come è il turismo non può essere lasciato in mano a improvvisati neo imprenditori; così come bisogna lavorare affiinché le P.A. non vadano alla ricerca (solo) della performance ma della sostenibilità. E poi ci sono i giovani, cui dedicare la nostra attenzione formativa.
L’APT Basilicata ha rilasciato i dati del primo semestre turistico. Un fatto positivo, in una Regione dove il mestiere di analizzare i dati non è affatto facile per mancanza di interesse da parte degli enti. Quella che segue è una prima analisi fatta nell’ambito del progetto BuonTurismo, la prima su suolo lucano.
Siamo nel piano della stagione estiva 2025 e gli operatori sperano che vada bene. In alcune zone già ci si lamenta dei pochi turisti, ma come ha giustamente ricordato l’assessore regionale del turismo pugliese, le analisi vanno fatte a fine stagione, dati alla mano. Nel frattempo l’unico dato a mio avviso importante riguarda il 2024, che ha certificato in tutta Italia un calo del turismo italiano, in special modo nelle località balenari (compensato in parte da maggiori arrivi stranieri).
Il turismo italiano continua a regalarci, purtroppo, delle telenovele infinite. Da un lato le concessioni balneari, dall’altro le guide turistiche. Va bene che siamo in una democrazia e ognuno può avere la sua idea, ma assistiamo a continui ostruzionismi che frenano lo sviluppo del fenomeno turistico.
Sabato di giugno, 36 gradi, l’ideale per un po’ di mare. Immagino troverò tanta gente. Invece alle ore 11 nel lido dove mi trovo ci sono 30 ombrelloni utilizzati su 100, un 30 % dunque. Una pacchia per chi c’è. Che però, non so a voi, a me pone alcune domande. E spunti. Specie in riferimento al solito problema di contrapposizione fra turisti e residenti di cui si parla tanto.
Su Vanity fair è uscita un’interessante intervista a Andrea Cerrato, destination manager che biasima la deriva che sta prendendo il turismo esperienziale e ragiona su alcuni aspetti del fenomeno. Considerazioni molto interessanti che vi invito a leggere, cui aggiungo alcune mie riflessioni sul tema.
Da alcuni anni, giunto il solleone, alcune Regioni e diversi sindaci emanano ordinanze per vietare o scoraggiare lavori agricoli ed altri lavori outdoor nelle fasce orarie troppe calde, alias dopo pranzo. Alcuni vietano, altri sconsigliano. E c’è l’elenco delle categorie. E c’è chi si lamenta che non è stato inserito. Ma nessuno parla mai del turismo.
Fare cultura del turismo in Italia è un’impresa ardua. Perchè quando unisci turismo e cultura si pensa quasi in automatico a musei e spettacoli dal vivo. Noi invece da anni dedichiamo parte del nostro tempo a fare cultura del turismo organizzando eventi culturali di confronto, di ascolto, di progettazione. E così, in attesa che qualche Comune ci chiami per qualche lavoro di analisi o di sostegno al turismo sostenibile, dal 6 al 9 luglio torna BuonTurismo, ad Altamura.
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